mercoledì, ottobre 25, 2006

Il mago, il dito e il piede

Iniziamo dal piede. Oggi mi sono alzato col piede sbagliato e naturalmente al lavoro è stato una schifo. Un vecchio assicuratore scemo mi ha fatto girare le balle come non mi succedeva da tempo e per concludere degnamente la giornata in ufficio mi sono rotto l'unghia del pollice destro sbattendo come un babbaleo sulla cassamatta della porta. Ho dovuto andare a nuoto incerottato, sperando di non perdere la protezione durante le bracciate. Naturalmente l'ho persa e l'unghia si è rotta ancora di più. Volevo inaugurare il nuovo blog in maniera più lieta, pazienza.
Il mago di cui voglio parlare è Alan Moore. E' un seguace della Wicca e crede di essere un mago, uno vero non un illusionista alla Copperfield, uno tipo Merlino insomma. Moore è anche un grande sceneggiatore di fumetti e in precedenza avevo già parlato del suo Watchmen. Quel fumetto mi aveva entusiasmato, la storia, i personaggi, i disegni, tutto. Purtroppo non posso dire la stessa cosa di "V for Vendetta", finito di leggere dopo mille interruzioni in questi giorni, e che devo dire la verità mi ha lasciato abbastanza perplesso. Innanzi tutto ho avuto la cattiva idea di leggere l'edizione pubblicata in allegato tempo fa con XL di Repubblica, stampata con i colori orribili della prima edizione americana, ma questo è un problema mio. Parliamoci chiaro,la storia è avvincente e scritta benissimo, quello che mi fa storcere il naso è il risvolto morale ed in particolare il protagonista V. Moore è onesto a presentare V: gli fa fare delle bastardatate di tale portata che possono spingere in egual modo un lettore ad amarlo oppure ad odiarlo. Moore però è scorretto a raffigurare le vittime di V, che vengono sempre presentate con un animo corrotto e meritevoli di punizione. Come è possibile che un fumetto così possa fare presa tra gli appassionati tanto da diventare un icona della lotta contro il potere? V for vendetta è un fumetto che va preso con le molle, possiede dei lati oscuri, delle giustificazioni che potevano essere accettate da dei ragazzotti "rivoluzionari" degli anni '80 ma da me, oggi, proprio per niente. Ma forse sono io che non ho capito, forse c'è il trucco, dopotutto l'autore è un mago.

1 commento:

oscilloscopio azzurro ha detto...

Alan Moore è chiaramente schizzato, un po' come sapere che Dulbecco legge l'oroscopo. Rimane comunque un geniaccio, e V for vendetta secondo me è un fumetto quasi perfetto. Il disegno è un po' pesante, ma la storia la trovo molto bella proprio perché non riusciamo a simpatizzare col protagonista. Sono d'accordo che solo degli scemi possono farlo diventare simbolo di libertà, però credo sia una buona icona della difficoltà di cambiare le cose: i grandi rivoluzionari sono quasi sempre stati anche grandi criminali, gli anabattisti del 500 massacravano innocenti, i rivoluzionari di Villa e Zapata non erano dei gentiluomini per bene. Moore ci dice che l'inumanità del potere rende inumani anche coloro che cercano di combatterlo. Ma che non questo bisogna smettere di combattere. Infatti alla fine V passa il testimone a qualcuno che in fondo è migliore di lui...