domenica, febbraio 25, 2007

Darkel Star

In attesa del nuovo disco degli Air – ormai imminente – recupero DARKEL, prima opera (e primo progetto) solista di Jean Benoit Dunckel, vale dire metà del duo di Versailles. Jean Benoit si diverte a scrivere melodie, come sempre, aeree, aggiungendovi però qua e là un tocco oscuro, leggermente più straniante del solito. DARKEL, in ogni caso, è tutt’altro che un disco di seconde scelte: si apre con Be My Friend, french touch purissimo ma come filtrato da echi orrorifici, tra le tastiere anni ’80 del primo Carpenter e le progressioni di Profondo rosso. E poi si continua viaggiando tra cristalline aperture di pop caramelloso, quasi alla Beatles (At the End of the Sky, la saltellante My Own Sun), una urticante fiammata di glam elettrico, tra il primo Bowie e i T-Rex (TV destroy, attraversata da un synth in pieno trip da sovraccarico neuronale), un’inarrestabile apertura robotica che mette in incubatrice onde funk e morbide macchine kraut (Hearth). Ma DARKEL sa anche soffermarsi su spazi più meditativi, come nella filastrocca elettronica da occhi stropicciati di How Brave You Are o nella finale, fatata, Bathroom Spirit. Imperdibile, e non solo per i devoti degli Air.

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