Le anime tollerate?
Ho letto con piacere su FantasyMagazine che MTV sta per rimandare in onda, in questi giorni, Daitarn 3, una delle migliori serie di robottoni giapponesi. Il giusto mix di ironia e azione, assieme aduna sigla che ti faceva cantare a squarcia gola, sforzandoti di modulare la voce per simulare il vocoder del verso "Daitarn/arriva il nemico/prepararsi/robot a energia solare/Daitarn", che da piccolo ti incollava alla televisione con la forza del Vinavil sul compensato. In realtà non c'è niente di strano che un cartone ben fatto ritorni dopo tanto tempo in tv, succede anche con i telefilm, e tanto meno su MTV che da qualche anno ha deciso di dedicare serate e giornate intere all'animazione giapponese.
Eppure la cosa mi lascia comunque perplesso. Quando qualche anno fa c'è stato il rilancio dei cartoni giapponesi nessuno ha avuto nulla da obbiettare. Probabilmente perchè li rilancio era stato fatto con cartoni nuovi per la tv italiana: Pokemon, Digimon e Dragon Ball non l'aveva visto praticamente nessuno finchè non è andato in onda su Italia 1. Sdoganati nelle riviste di cinema dai premi dati a Miyazaki e tra i corridoi delle emittenti televisive dagli investimenti pubblicitari del merchindising legato agli anime, costituito per lo più da videogiochi, giocattoli, ecc, e così pervasivo da far impallidire le campagne su Topolino della Bburago, del Dolce Forno Harbert e delle Girelle Motta. I nuovi cartoni giapponesi sono arrivati sul piccolo schermo senza clamori o sparate psicoanalitiche della Slepoy di turno.
Se rileggo adesso la parte dedicata agli anime nel libro di Luca Raffaelli "Le anime disegnate", mi stupisco della foga con cui l'establishment culturale degli anni '80 e '90 attaccò i cartoni nipponici. A parte il fatto che l'arrivò di Goldrake spaventò così tanto i benpensanti da provocare un'interpellanza parlamentare per la sua soppressione, tra le tante farneticazioni citate nel libro dal bravo Raffaelli, spiccano delle autentiche perle di squadrismo culturale ad opera dei beneamati compagni Vincenzo Cerami, Antonio Faeti e Furio Colombo che, in un'impeto d'ignoranza, arriva a biasimare la presenza "di tutte queste mazinghe". Le accuse generalizzate continuano imperterrite fino alla strampalata teoria della psicologa Vera Slepoj secondo cui la visione di Sailor Moon da parte dei maschietti poteva favorirne una crescita deviata verso l'omossessualità. Una teoria che, oltre a non essere suffragata da elementi statistici, non prendeva neanche in considerazione l'ipotesi che i ragazzetti allupati potevano essere interessati alla visione delle 5 protagoniste mezze nude.
Mi chiedo dunque dove siano adesso queste bocche della verità? Gli anime non sono più pericolosi? Eppure Daitarn 3 è un robottone vecchio stile. O forse sono diventati tutti tolleranti? O forse spalare merda sui cartoni non tira più?
4 commenti:
Hanno capito che a spalar merda ci si becca gli schizzi in faccia.
Ad ogni modo, non esiste opinione benpensante, bigotta e bacchettona, che possa rivaleggiare con gli interessi delle major. Sono solo chiacchiere di gente che deve tenere la bocca occupata in qualche modo.
Se mtv ha deciso di pubblicare cartoni giapponesi, non ci stanno santi. Se Rockstar Games ha deciso di pubblicare un gioco di bullismo scolastico, non ci stanno santi.
Hai ragione, da questo punto di vista l'indipendenza delle industrie alle critiche è positiva, nonostante il loro unico interesse sia il guadagno e non il miglioramento culturale. Gli stessi cartoni giapponesi invasero l'Italia negli anni '80 solo perchè costava meno importarli che fare una puntata di Supergulp o Calimero.
E per fortuna, aggiungo io... ;D
Ah le mazinghe del bel tempo che fu.. . E le gigghe e le goldracche. E che dire delle daitarne. E poi qualcuno attribuisce una qualche autorevolezza Furio Colombo...
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