sabato, novembre 25, 2006

Il valzer degli addii


Muore così un altro grande del cinema americano. Altman ci ha lasciati. Al suo pubblico mancherà molto. Su tutti i giornali e in rete troverete esaurienti biografie e ricordi della sua vita e della sua carriera. Per questo, non vi annoierò con i miei. Vorrei invece ricordare, anche se un po’ in ritardo, un altro regista, completamente diverso per provenienza, età, fama, scomparso alla fine di agosto in un incidente stradale. Sulla sua morte non credo abbiate letto nessun paginone sui giornali e probabilmente non lo avete nemmeno mai sentito nominare. Il suo nome era Cristian Nemescu, romeno, 27 anni. Nato a Bucarest, si era diplomato in quella che è ormai riconosciuta come una grande fucina di talenti, l’Università di Teatro e Cinema “I.L. Caragiale” (so che non avete sentito nominare nemmeno questa, però sappiate che moltissimi cortometraggi premiati a Cannes negli ultimi anni con la Palma d’Oro, solo per fare un esempio, portano la firma di registi emergenti che hanno studiato lì). Il suo cortometraggio di diploma Poveste la scara C aveva fatto il giro dei festival internazionali e ricevuto diversi premi, così come i suoi lavori successivi. Poveste la scara C (nomination per il Miglior cortometraggio agli Oscar europei) e Mihai şi Cristina in Italia sono stati visti perlomeno dai fan dei La crus, perché contenuti nel dvd uscito in allegato con l’album “Infinite possibilità”, dove rimontati facevano da “colonna visiva” a due delle canzoni del CD. Praticamente tutti i suoi lavori sono stati presentati al Milano Film Festival. Quest’anno, Cristian aveva realizzato il suo quasi-primo lungometraggio, un film di 45 minuti, Marilena de la P 7, presentato a Cannes nella Settimana della critica. A luglio, aveva appena finito il girare il suo primo vero lungometraggio, California Dreaming, in post-produzione al momento della sua morte. Cristian raccontava sempre storie di adolescenti in procinto di affacciarsi alla vita. Lui, pure giovanissimo, riusciva a cogliere con grande sensibilità tutte le aspettative, le paure e l’impazienza del divenire adulti. Una notte si trovava con il suo tecnico del suono e amico Andrei Toncu (morto anche lui nell’incidente) a bordo di un taxi che è stato speronato da un SUV guidato da un cittadino britannico e che sfrecciava ad altissima velocità per le vie di Bucarest. È morto così un altro – forse in futuro grande – regista rumeno.

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