mercoledì, novembre 29, 2006

Che paura mi fa

Ahh.. che bello sentire di nuovo tirare i venti della censura su internet. Ti fa sentire importante, indica che hanno paura di quello che puoi dire. E' molto gratificante vedere come la lunga mano del potere politico italiano tenti periodicamente di bloccare le fonti di informazione indipendenti, prendendosela regolarmente in quel posto. Ricorda molto la storia con cui la gente si è conquistata il diritto di fare ed ascoltare una radio libera. Peraltro faccio ancora molta fatica a capire come l'Italia, solo poco più di trent'anni fa, poteva già definirsi un paese democratico quando il potere politico aveva in mano la comunicazione di massa e decideva cosa si doveva sentire e chi lo doveva dire.
Sta di fatto che in questo momento storico, a causa della commercializzazione di stampa, televisione e radio, la funzione di fonte di informazione libera ed indipendente è ricaduta su internet, sui blog, su google video, su youtube ecc. E' inutile comunque negare che, come ogni mezzo dell'uomo, anche la rete può essere usata per fare del male e con un approccio utilitaristico, semplice ma stupido, ci si devrebbe chiedere: fa più bene o fa più male? Io sono convinto che faccia molto più bene a patto che vengano rispettati alcuni criteri:
- accettare il fatto che internet, al suo interno, ha regole proprie di comportamento essendo unico rispetto agli altri mezzi di comunicazione e che la normativa che vale per i giornali, o quella per la radio, o quella per la televisione, non può essere applicata così come è ad internet a causa della sua stessa struttura decentralizzata;
- valutare in maniera differente la gravità delle violazioni commesse da chi utilizza internet sulla base delle finalità che lo spingono a compierle smettendola di denunciare ragazzini che condividono pochi file musicali;
- utilizzare internet in maniera il più possibile trasparente, massimizzando l'uso di strumenti leciti, come le Creative Commons per esempio, cercando invece di isolare i comportamenti estremamente gravi, che vanno colpiti duramente, su internet come per strada.
In un vecchio post mi chiedevo che fine avesse fatto il potere della televisione se i vari canali aizzavano gang di avvocati per minacciare ed avviare azioni legali nei confronti di ragazzi che si guardavano le partite del campionato in cinese. Se l'idea del sistema di potere è di confrontarsi con internet con gli stessi mezzi della televisione c'è poco da essere ottimisti. Io sono convinto che come la tv tradizionale, anche il mondo politico dovrà adeguarsi a questa nuova situazione o si rischiano passi indietro pericolosi soprattutto quando il mondo va avanti a salti tripli. Mi chiedo solo quanto ci metteranno a capirlo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Quella della censura è una vecchia questione che secondo me rimanda a due ordini di ragionamento. La censura morale, quella che per esempio porta giornali vicini al vaticano ad attaccare un noto rivoluzionario come Augias per aver osato esaminare Gesù come figura storica (ma quanta paura ha la chiesa di perdere credenti solo perché iniziano a usare il cervello, quando la fede dovrebbe essere qualcsoa di più forte...)
O quella che porta ad attaccare videomames, musica e film per il presunto contenuto inadatto a qualcuno.
E poi c'è la censura economica, quella che maschera interessi pecuniari. In ogni caso si tratta sempre di alibi: non si censura con criterio (ammesso che esista un criterio), ma solo per paura (ad esempio i politici non sanno dare sicurezza e quindi attribuiscono l'insicurezza a fattori esterni: la scuola va a rotoli, non è colpa nostra ma dei videogiochi).